Premessa: sta diventando difficile (quasi fine 2019) trovare lampade opaline a incandescenza. I maggiori rivenditori di materiale fotografico analogico hanno a catalogo quasi esclusivamente le famigerate lampadine del Dr. Fisher.
Non so quale sia il motivo, ma raramente queste lampadine superano l'ora di utilizzo...basta sfiorare la colonna dell'ingranditore, a luce accesa, e la lampadina è da buttare. A volte bastano un paio di cicli di accensione-spegnimento.

Le uniche (o comunque tra le poche) opaline a incandescenza valide sono le vecchie Philips Photocrescenta. Qualche giorno fa ho trovato un negozio che le vendeva a prezzi ancora quasi umani (13 euro) e ne ho prese un po'.
Stanno però diventando rare e costose...
Insomma, per farla breve: dopo un po' di ricerche in rete, ho letto di alcuni eroi che hanno iniziato a sperimentare, mettendo all'interno dell'ingranditore alcune tra le varie (tante) lampadine a LED in commercio.
Naturalmente quelle con rivestimento opale, non a vetro trasparente.
Non mi sono inventato nulla, ne ho acquistate quindi un paio in una delle tante catene di elettronica: una Osram e una Beghelli.
Il mio primo test di ieri, molto casalingo, aveva come oggetto la Beghelli.
Trattasi di una Beghelli "Zafiro LED" a goccia, da 7 watt (65 equivalenti), warm white 2700K, 910 Lumen.
Costo nella catena di elettronica: sui 6 euro.
Appena presa, è finita nel mio Durst M601, con condensatore e testa B/N.
Qualche impressione, prima di caricare i negativi nel Durst.
Good:
- raggiungimento immediato del massimo livello di emissione luminosa (punto a favore, rispetto alle concorrenti a incandescenza)
- non scalda (ma proprio per nulla, anche dopo ore dall'accensione)
Bad:
- sulla parte apicale è stampigliato il logo Beghelli. Bad, very bad.

Bene dai, passiamo alla parte più interessante.
Come ho fatto il test? In modo davvero poco, poco, poco scientifico.


Ho intenzionalmente scelto negativi difficili, quindi con contrasti molto marcati, o negativi particolarmente densi.
Mi interessava vedere come il sistema lampadina LED - ingranditore si comportasse in queste situazioni complesse, quindi le immagini che vedrete non sono scelte in quanto "buone foto", tutt'altro.
Come al solito, immagini "digitalizzate" con iPhone.
Giusto per dare qualche dettaglio sui materiali utilizzati:
- Ingranditore: come dicevo, Durst M601, testa B/N, condensatore.
- Obiettivo: Schneider Kreuznach Componar 75/4.5, modesto, ma sincero.

- Carta: Foma Fomaspeed Variant 311, 24x30 cm, glossy.
- Sviluppo carta: Ilford Multigrade 1+9.
- Stop in acido citrico.
- Fissaggio: Agfa Fix-Ag 1+9.
- Negativi 6x6, dalla mia adorata Hasselblad 501 C/M con Carl Zeiss Planar 80/2.8.
Primo negativo:
negativo piuttosto contrastato, ma non eccessivamente denso. Difficile, non difficilissimo.

Parto con un contrasto di grado 2.
Provino scalare, come primo tentativo cerco di mantenere i tempi che avrei tenuto con una opalina a incandescenza da 75 watt (una striscia ogni 2 secondi).
Ecco il risultato del provino: CI SIAMO!

Contrasto ok, non serve cambiare. Decido che 10 secondi sia il tempo giusto d'esposizione (Componar chiuso a f/11). Nessun problema di caduta di luce, nessun riflesso strano, stampa che considero molto uniforme.
Secondo negativo:
anche questo piuttosto contrastato e denso, quindi un po' più difficile del precedente.
Contrasto di grado 2, anche in questo caso il provino scalare mi dice che la scelta di questo contrasto medio è (per me) corretta.
Tempi di esposizione della carta: 14 secondi. Terzo negativo:
per la serie "quando il gioco si fa duro". Questo è veramente infame...piccole zone ad alto contrasto, ma soprattutto negativo molto, molto, molto denso.
Tra i primi che ho prodotto, ormai anni fa, con l'Hasselblad. Sovraesposto (la maggior parte delle ombre è troppo densa) ma anche sovrasviluppato (luci dense)...maledetti bugiardini!
La lampadina è qui messa a dura prova perchè il negativo appare molto scuro, pertanto serviranno tempi molto lunghi e bisognerà giocare un po' coi filtri Multigrade.
Primo provino scalare con filtro di grado 2 e 1/2: alberi in primo piano senza dettagli, parte centrale della foto e cielo completamente bianchi. Un bel casino!

Secondo provino scalare con filtro di grado 2: la situazione migliora un po', ma ancora non ci siamo.
Terzo provino scalare con filtro di grado 1 e 1/2: ok, può andare.
Servono però tempi lunghi. Per la stampa che segue, ho esposto il foglio per ben 34 secondi. Da quel negativo disastroso non potevo ricavare nulla di più, ma sono soddisfatto. Non ho voluto mascherare/bruciare nulla, per questo test va bene così.

Conclusioni:
non credo che toglierò più la lampadina LED dall'ingranditore. Le Photocrescenta che mi arrivano oggi le tengo in un armadio, che coi tempi che corrono, un domani mi valgono più dell'oro!

Soprattutto l'ultimo negativo mi dice molto:
- la lampadina LED non ha problemi nemmeno con negativi così densi. La luce "passa", e lo fa in modo molto proporzionale, senza salti strani di intensità tra una striscia del provino e l'altra.
- i filtri Multigrade continuano a lavorare bene anche con questo tipo di luce. Non ho ancora provato le gradazioni più estreme, ma quelle che ho utilizzato (1 e 1/2, 2, 2 e 1/2) sono le più comuni, almeno coi miei negativi.
- anche con esposizioni così lunghe del foglio, non noto strani riflessi, cadute di luce o vignettature.
Last but not least: la lampadina è rimasta accesa ininterrottamente per 3 ore...e la testa del mio Durst è rimasta più fredda delle mie mani.
Con una qualsiasi Photocrescenta a incandescenza da 75 watt, in tre ore, si sarebbero sciolte la testa dell'ingranditore, la testa del sottoscritto e pure il tavolo!
La Beghelli sotto test ha un ciclo di vita (dichiarato) di 15'000 ore e di 15'000 accensioni. Fosse vero anche solo per metà, parliamo di (circa) 2'500 sessioni di stampa...